Requisiti per ottenere il Bonus mobili 2020 e chi può usufruirne

Dopo il Bonus ristrutturazioni, il Bonus mobili segue il primo perché non può essere fruito se non sono stati effettuati interventi di ristrutturazione edilizia.
Si sottolinea quindi che il requisito fondamentale affinché un contribuente possa richiedere il Bonus mobili è che lo stesso realizzi lavori di recupero del patrimonio edilizio, iniziati non prima dell’1 gennaio 2019.

Tra le varie agevolazioni avute nel corso di quest’anno in merito agli interventi effettuati sulle case degli italiani è necessario lasciarvi gli ultimi aggiornamenti sul Superbonus 110:

  • approvata la proposta di aumentare la detrazione Ecobonus e Sismabonus al 110% anche per le seconde case (villette mono e bifamiliari e condomini), al terzo settore e alle associazioni e società sportive dilettantistiche (limitatamente agli spogliatoi);
  • viene prorogato fino al 30 giugno 2022 per gli interventi di efficienza energetica per quanto riguarda le case di edilizia popolare;
  • possibile estensione dell’Ecobonus 110% fino al 2023.

E, parlando di estensioni bisogna aggiungere che è stata confermata in via ufficiale la proroga del Bonus mobili nella Legge di bilancio 2020 per tutto il 2020.

Cos’è il Bonus mobili?

Come da definizione dell’Agenzia delle Entrate, si tratta di una detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici, destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione.
Viene riconosciuta ai contribuenti che acquistano quindi:

  • mobili nuovi: letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, materassi, apparecchi di illuminazione.
    È escluso l’acquisto di: porte, pavimentazioni, tende e tendaggi, altri complementi di arredo
  • elettrodomestici nuovi di classe energetica non inferiore alla A+ (A o superiore per forni e lavasciuga), come rilevabile dall’etichetta energetica.
    Rientrano nei grandi elettrodomestici, per esempio: frigoriferi, congelatori, lavatrici, lavasciuga e asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi per la cottura, stufe elettriche, forni a microonde, piastre riscaldanti elettriche, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, ventilatori elettrici, apparecchi per il condizionamento.

Tra le spese da portare in detrazione si possono includere quelle di trasporto e di montaggio dei beni acquistati.

Importi e dettagli sull’agevolazione fiscale

L’importo massimo per il quale è riconosciuto il Bonus mobili è di 10.000 euro di spesa.

Il limite dei 10.000 euro riguarda la singola unità immobiliare, comprensiva delle pertinenze, o la parte comune dell’edificio oggetto di ristrutturazione. Quindi, il contribuente che esegue lavori di ristrutturazione su più unità immobiliari avrà diritto più volte al beneficio.

Il contribuente avrà diritto quindi alla detrazione del 50% del costo sostenuto e verrà ripartita in 10 rate tra gli aventi diritto.

Come ottenere il bonus mobili?

Sarà necessario:

  • indicare le spese sostenute nella dichiarazione dei redditi (modello 730 o modello Unico) cosicché la detrazione verrà riconosciuta sotto forma di rimborso fiscale Irpef;
  • aver cura di effettuare i pagamenti esclusivamente con bonifico o carta di debito o credito.
    Non è consentito, pagare con assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento.
    Vengono ammessi a detrazione anche i beni acquistati tramite un finanziamento a rate, a condizione che la società che eroga il finanziamento paghi il corrispettivo con le stesse modalità prima indicate e il contribuente abbia una copia della ricevuta del pagamento.
  • trasmettere la comunicazione ENEA entro 90 giorni dalla data di collaudo in caso di acquisto di elettrodomestici.

I lavori di ristrutturazione che danno diritto al bonus mobili

Ecco i casi in cui viene riconosciuta la detrazione Irpef del 50% per la spesa di acquisto di mobili ed elettrodomestici:
manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su singoli appartamenti.
Sono esclusi dal bonus i lavori di manutenzione ordinaria su singoli appartamenti (per esempio, tinteggiatura di pareti e soffitti, sostituzione di pavimenti, sostituzione di infissi esterni, rifacimento di intonaci interni);
ricostruzione o ripristino di un immobile danneggiato da eventi calamitosi, in caso sia stato dichiarato lo stato di emergenza;
restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia, riguardanti interi fabbricati, effettuati da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie che entro 18 mesi dal termine dei lavori vendono o assegnano l’immobile;
manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su parti comuni del condominio.

Documenti richiesti per accedere all’agevolazione:

Ricordiamo che il contribuente dovrà conservare i seguenti documenti: ricevuta del bonifico, ricevuta di avvenuta transazione (per i pagamenti con carta di credito o di debito), documentazione di addebito sul conto corrente, fatture di acquisto dei beni, riportanti la natura, la qualità e la quantità dei beni e dei servizi acquisiti.

Se vuoi trovare tutte le normative in merito a questa agevolazione fiscale ti consigliamo la sezione dell’Agenzia delle Entrate: Normativa e prassi; in fondo troverai anche la guida con tutti i dettagli sulla detrazione.

 

Fonti: www.theitaliantimes.itwww.informazionefiscale.it

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