Come funziona e chi ha diritto al contributo dello Stato per il sostegno economico ai locatari morosi
La pandemia ha portato una perdita economica per molti cittadini italiani e lo Stato, come abbiamo già visto, sta cercando il modo di aiutarli con diverse tipologie di sostegno finanziario.
Una tra le tante è il Bonus Affitto, che prevede un contributo economico per coloro che si trovano in difficoltà con il pagamento del canone di locazione. Tale contributo viene erogato attraverso i Comuni a chi ne fa specifica richiesta, rispettando determinati limiti e tempistiche.
Solitamente è un tipo di agevolazione che è prevista dallo Stato, ma in seguito al periodo di crisi dovuto al coronavirus, ci sono alcuni aggiornamenti.
Ma chi ne può usufruire? Quali sono le modalità? A quanto ammonta il contributo?
Vediamo di seguito le risposte a queste domande.
Bonus affitto: a chi spetta
I requisiti per accedere a questo bando messo a disposizione dallo Stato sono simili per ogni Comune a cui si fa richiesta.
Ecco quali sono le condizioni necessarie per usufruire del bonus affitto:
- ISEE: deve essere inferiore a 26mila euro l’anno;
- ulteriore immobile: nessun membro del nucleo familiare deve possedere o usufruire di altro immobile nella stessa area di residenza;
- sfratto: l’inquilino moroso deve avere l’atto di convalida di sfratto per morosità;
- regolarità del contratto: il contratto di affitto deve essere regolarmente registrato dal locatore;
- particolari categorie escluse: coloro che abitano in immobili di lusso (categorie catastali A1, A8 e A9);
- residenza: deve essere di almeno un anno nella casa da cui si è ricevuto lo sfratto;
- cittadinanza: bisogna essere residenti in Italia o in un paese della Comunità Europea, nel caso sia cittadino di un paese extra Ue, deve possedere regolare permesso di soggiorno;
- altre agevolazioni: non usufruire di ulteriori tipi di benefici di sostegno in merito alla locazione.
Avranno criteri preferenziali coloro che, all’interno del proprio nucleo familiare, hanno a carico un minore, o un ultra settantenne, o un invalido almeno al 74%, oppure un familiare in carico ai servizi sociali o alle ASL.
La concessione del bonus affitti avrà priorità per gli affittuari morosi che, sotto sfratto esecutivo, riusciranno a stipulare un nuovo contratto di locazione a canone concordato.
Inoltre, si può fare richiesta anche nel momento in cui si verifichino altre gravi situazioni:
– cassa integrazione;
– licenziamento;
– contratto a tempo determinato non rinnovato;
– riduzione dell’orario di lavoro;
– termine dell’attività lavorativa per cause non dipendenti dalla propria volontà (es. Coronavirus);
– infortunio o decesso di un componente familiare che concorre al reddito del nucleo.
Come si fa per accedere al bonus affitto?
Per accedere al bonus affitto bisognerà presentare una domanda presso il proprio Comune di residenza, che la comunicherà successivamente al Ministero competente. A sua volta, quest’ultimo, insieme agli organi di riferimento, accerterà la veridicità delle dichiarazioni rilasciate e provvederà a sanzionare eventuali trasgressori.
In allegato alla domanda, bisognerà presentare:
- copia dell’ultima registrazione annuale del contratto di affitto (o della cedolare secca);
- copia del contratto di affitto regolarmente registrato;
- documento di riconoscimento in corso di validità;
- eventuali documentazioni specifiche richieste direttamente dal bando.
Qual è la somma totale del contributo?
Le risorse erogate dal Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione variano tra Regioni e Comuni. Quelle a disposizione per il 2020 sono pari a 50 milioni di euro, prima ripartite tra le diverse Regioni e successivamente tra i Comuni. Ciascuno di questi ultimi ha provveduto a emanare un proprio bando secondo le proprie modalità e secondo anche a requisiti più specifici. Per questo motivo è sempre bene far riferimento al bando del Comune in cui si trova la casa in affitto.
Generalmente la cifra del bonus affitti arriva a un massimo di 8.000 euro annui.
Il calcolo per il contributo viene eseguito in base a tre diverse situazioni, che a loro volta daranno un somma diversa per l’aiuto economico che si riceverà.
- Contributo di un trimestre di affitto, nel caso in cui l’inquilino moroso stipula un nuovo contratto di locazione per altra abitazione diversa da quella per cui ha ricevuto lo sfratto;
- Contributo uguale alla morosità pregressa e per un massimo di 8 mila euro, se il locatore ritira la procedura di sfratto;
- Contributo equivalente dei mesi interessati dal differimento, ossia dalla proroga, per un minimo di 6 + 3 mesi di morosità pregressa, qualora il proprietario segua la procedura di sfratto.
Per la Regione Lazio in particolare è richiesto un reddito inferiore ai 7.000 euro trimestrali (circa 28.000 euro annui) e il contributo erogato sarà pari al 40%, fino a un massimo di tre mensilità del costo dell’affitto. Al Comune di Roma la Regione ha destinato il 55 per cento sui 22 milioni di euro di fondi totali per il Lazio, quindi più di 12 milioni di euro.